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PHOTOGRAPHY Work in progress

POETICA DEL FARE

 
 

Guardare, osservare, catturare, registrare stati di presente in divenire. L’attesa, si tramuta in sospensione, cogliere l’attimo registrandolo e fissandolo in modo permanente. Catturare l’atmosfera vibrante fatta di: spazio, luce, colore, forma, empatia, emozioni in divenire osservate da diverse latitudini.

Vedere con la mente il luogo geografico dello spirito, da sud a nord, da est a ovest. Cercare e trovare rifugio, bisogno di spiritualità, orientarsi tra il caos fobico, le insidie, il cinismo. Evadere … viaggio immaginifico, miraggio che risuona dentro di noi.

Muri parlanti che evocativamente riflettono nella mente spiritualità, poesia visiva, ricerca formale che va oltre il semplice registrare nel suo divenire “riflessamente“ , zona “riemozione“, risveglio dei sensi, elevazione dello spirito, riappropriazione di brandelli di memoria del nostro essere in divenire con quell’innato bisogno di amare e vivere.

Dialogo tra gli opposti luci ed ombre si convertono in segni significanti dell’essere bisogno di purificazione che va ben oltre il dettaglio tecnico.

Forme e figure estraniate o contestualizzate riportano in superficie sinestesie in osmotica coesione.

Ricercare, catturare e restituire l’effimero che ci circonda silenziosamente, al quale tanto dobbiamo se non altro per quel suo accompagnare con discrezione la nostra imprevedibile quotidianità.

Ancora più a sud, metaforicamente la ricerca diviene traccia di un percorso esistenziale, compagna di viaggio che indaga  e alleggerisce quel peso ineluttabile che… giorno dopo giorno ci portiamo dietro nel continuo e mutevole tentativo di riprender in mano le redini della nostra vita, riflettendo sulla bellezza del mondo circostante, insita nelle piccole cose.

E allora guardarsi intorno con pazienza con atteggiamento riflessivo.

Ascoltare ogni elemento o cosa che ci circonda, così come la vibrazione dell’acqua, dell’aria… ogni cosa compresa la poetica del fare richiede un mix di pazienza passione e amore.

 Enrico Pusceddu

Guardare, osservare, catturare, registrare stati di presente in divenire. L’attesa, si tramuta in sospensione, cogliere l’attimo registrandolo e fissandolo in modo permanente. Catturare l’atmosfera vibrante fatta di: spazio, luce, colore, forma, empatia, emozioni in divenire osservate da diverse latitudini.

Vedere con la mente il luogo geografico dello spirito, da sud a nord, da est a ovest. Cercare e trovare rifugio, bisogno di spiritualità, orientarsi tra il caos fobico, le insidie, il cinismo. Evadere … viaggio immaginifico, miraggio che risuona dentro di noi.

Muri parlanti che evocativamente riflettono nella mente spiritualità, poesia visiva, ricerca formale che va oltre il semplice registrare nel suo divenire “riflessamente“ , zona “riemozione“, risveglio dei sensi, elevazione dello spirito, riappropriazione di brandelli di memoria del nostro essere in divenire con quell’innato bisogno di amare e vivere.

Dialogo tra gli opposti luci ed ombre si convertono in segni significanti dell’essere bisogno di purificazione che va ben oltre il dettaglio tecnico.

Forme e figure estraniate o contestualizzate riportano in superficie sinestesie in osmotica coesione.

Ricercare, catturare e restituire l’effimero che ci circonda silenziosamente, al quale tanto dobbiamo se non altro per quel suo accompagnare con discrezione la nostra imprevedibile quotidianità.

Ancora più a sud, metaforicamente la ricerca diviene traccia di un percorso esistenziale, compagna di viaggio che indaga  e alleggerisce quel peso ineluttabile che… giorno dopo giorno ci portiamo dietro nel continuo e mutevole tentativo di riprender in mano le redini della nostra vita, riflettendo sulla bellezza del mondo circostante, insita nelle piccole cose.

E allora guardarsi intorno con pazienza con atteggiamento riflessivo.

Ascoltare ogni elemento o cosa che ci circonda, così come la vibrazione dell’acqua, dell’aria… ogni cosa compresa la poetica del fare richiede un mix di pazienza passione e amore.

 Enrico Pusceddu

PUNCTA VISUM

TRANSGRESSUS SACRORUM

IN LAUDEM LUCIS ET UMBRAE

PUNTI DI SVISTA O PUNTI DI VISTA

CARMINA MURORUM 

FOTOGRAFICAMENTE

 

Indagare, osservare, a volte dietro uno scatto c’è un atto meditativo, in altri casi apparizioni improvvise. Tutto ciò determina un duplice rapporto nel catturare il tempo tra lentezza e velocità.

La lentezza, una parola della quale scoprire un senso nuovo, come se non l’avessimo mai conosciuta prima. Di colpo, appare evidente che parlare della lentezza significa parlare della memoria – e parlare della memoria significa aggrapparsi a un frammento di tempo scisso dal passato come dal futuro;  sottratto alla continuità del suo flusso; in uno stato d’estasi.

La fotografia, come tutte le arti racchiude in sé una miriade di elementi che la rappresentano e contraddistinguono. Il suo approccio consapevole diviene: ricerca, scoperta, riflessione, analisi. Il tutto in un tempo breve o lungo, dipende dall’interlocutore, che ci separa da quel suono onomatopeico che la caratterizza e la distingue “Click”.

Così come allo stesso tempo è ascolto e racconto, ha in sé una durata illimitata, qualcuno l’ha definita “l’arte dell’attimo“ a me piace definirla “l’eternità rivelata“.

Caratterizzata da studio, riflessione, indagine che portano, se sapientemente gestite e organizzate, a cogliere l’essenza della realtà, delle emozioni, mettendo in risalto significati e significanti di una cultura in perenne divenire.

Il suo linguaggio, la dimensione del pensiero e dell’immaginazione dialogano con la forma estetica data da: ricercatezza formale e compositiva, i centri d’attrazione gli assi portanti e la direzionalità, per indirizzare lo sguardo del fruitore, determinandone la semantica.

E come non pensarla come poesia visiva con le sue implicazioni sociali, culturali, estetiche, sensoriali, che si attuano in quel tempo infinitesimale o lunghissimo,  fermare il tempo registrandone e trattenendone gli umori, le variazioni, nell’assolutezza del tutto, frammenti, attimi, sguardi, sospensioni atemporali carpite al flusso quotidiano della vita. Narrare di spazi, territori, emozioni, memorie, personaggi, soggetti, fissati in una dimensione atemporale.

Paul Valery nel suo libro “Catturare il Tempo” affermava:

“l’istante genera la forma e la forma fa vedere l’istante”.

Allora per concludere l’importanza dell’accogliere e dare forma, al suono interiore ed esteriore, trattenendo e dando configurazione, in progress, al tempo della propria rappresentazione individuale per trattenerla e condividerla collettivamente.

Enrico Pusceddu

CARPE DIEM 

ITINERIS CAPTA VISUM

VULTUS DETAIL 

IMAGINES MUNDI FLUITANTIS

SYNESTHESIA

ENRICO PUSCEDDU

“ARTISTA POLIEDRICO“

Ed eccolo con la macchina fotografica, cogliere prospettive urbane inconsuete: brandelli di muri, angoli di case segnati dal tempo, immagini che partendo dalla realtà quotidiana, proiettano lapidari frammenti che sono passato, presente, futuro.

La sua ricerca fotografica in progress si attua all’insegna della più appassionante ricerca, in una interrelazione estetico-gnoseologica di alto valore, non solo documentaristico, creando visionariamente prospettive inconsuete.

Nel suo immaginario lascia interagire ricerca, creatività e conoscenza, che nel loro fluire si tramutano nello svelamento dell’immaginifico riaccendendo nel fruitore il desiderio di riconnettersi all’essenza dell’espressività.

Definirei il suo operare una produzione “eclettica“, che infonde nell’osservatore, armonia, dimensione psichica e arricchimento culturale.

 Franco Scillone

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